Il termine “biofotoni” indica il fenomeno di emissione di energia luminosa da parte dei tessuti viventi. Ogni cellula emette segnali specifici, propri e caratteristici
La teoria dei Biofotoni
La teoria dei biofotoni, insegnata dal fisico Popp, sulle tracce di un’intuizione ardita del russo Gurwitsch (1922), offre la credibile interpretazione (avvalorata da molteplici esperimenti) del fatto che l’evento biologico primario alla base della vita ed anche delle alterazioni che portano alla malattia, sia un evento fisico di natura informazionale e quindi elettromagnetica (frequenze modulate).
Secondo Popp, l’elettromagnetismo ha un ruolo fondamentale nella sfera biologica degli esseri viventi. Allo stesso modo, Heinsenberg afferma che la forza fondamentale da cui dipende la vita è quella elettromagnetica, in quanto capace di modificare l’energia cinetica a livello atomico e molecolare.
L’emissione di biofotoni da parte di tutti gli esseri/organismi viventi (ormai comprovata e dimostrata) consente di comprendere il passaggio di informazioni sia dentro la cellula sia tra cellula e cellula; informazioni indispensabili per avviare i processi del metabolismo che regolano la crescita delle cellule stesse, la loro rigenerazione e differenziazione, i processi biochimici, enzimatici e l’informazione genetica.
Biofotoni e comunicazione
Il corpo umano è costituito da miliardi di cellule che comunicano fra loro per organizzarne il corretto funzionamento. Si coordinano e trasmettono attraverso un preciso linguaggio in codice, i biofotoni, tramite il quale costituiscono gli organi, gli apparati e tutte le funzioni che rendono possibile la vita fisica e mentale.
Secondo Popp, questi biofotoni nascono dal nucleo cellulare che, quando la cellula è sana, emette un campo elettromagnetico e funziona come una “stazione ricetrasmittente” che guida ogni processo cellulare (interno ed esterno) attraverso una comunicazione che viaggia alla velocità della luce, consentendo il coordinamento praticamente istantaneo fra le varie parti dell’organismo.
Secondo Popp, questi biofotoni nascono dal nucleo cellulare che, quando la cellula è sana, emette un campo elettromagnetico e funziona come una “stazione ricetrasmittente” che guida ogni processo cellulare (interno ed esterno) attraverso una comunicazione che viaggia alla velocità della luce, consentendo il coordinamento praticamente istantaneo fra le varie parti dell’organismo.
Biofotoni e malattia
La malattia non sarebbe nient’altro che un’interruzione delle linee di comunicazione biofotoniche all’interno dell’organismo, dovuta a parassiti, virus, funghi, sostanze inquinanti etc. Per via di questa interruzione causata dalle tossine si impedisce, del tutto o in parte, lo scambio di informazioni tra le cellule. Ciò crea inizialmente un’alterazione elettrica della cellula, successivamente un’alterazione chimica, infine compaiono i sintomi della malattia vera e propria.
Bibliografia:
F.A. Popp, Nuovi orizzonti in medicina. La teoria dei biofotoni, Nuova IPSA, 2003
F.A. Popp, Coherent photon storage in biological systems, Electromagnetic Bioinformation, Ed. by F.A.Popp, München-Wien-Baltimore 1989 (pp.144-167)
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