venerdì 16 gennaio 2015

Strage a Parigi: Fanatici religiosi o False Flag ?




Ennesimo copione, e purtroppo ennesima strage di innocenti.

Si dovrebbe parlare anche in questo caso di False Flag, o Fausse Bannière alla francese, visto che questa volta la Falsa Bandiera è toccata a Parigi.

Per coloro che non sanno cosa s’intende per falsa bandiera, la spiegazione è semplicissima: qualcuno esegue un attentato e poi fa cadere la colpa su qualcun altro che non c’entra assolutamente nulla. Hanno fatto credere al mondo che il vergognoso attentato di Parigi sia stato eseguito da un paio di terroristi vestiti di nero, estremisti islamici per vendicare Maometto, mentre è evidentissimo dalle immagini che si è trattato di un commando militare super addestrato!
Ne più ne meno quello che è accaduto l’11 settembre 2001 a NY, dove il Sistema ha fatto ricadere la colpa degli attentati, magistralmente eseguiti, su un gruppo di stolti talebani, che improvvisandosi piloti di boeing hanno fatto crollare le Torri Gemelle e un lato del Pentagono.

I fatti dell’ultimo episodio di Parigi sono abbastanza conosciuti da tutti: due personaggi (commandos), urlando Allah Akbar, hanno ucciso dodici persone nella sede di un giornale satirico parigino. Erano tutti colpevoli di aver offeso il Profeta.
Dopo la strage, prendono l’auto e con estrema tranquillità se ne vanno. Abbandonano la macchina, e incredibilmente uno di loro si dimentica sbadatamente la patente sul sedile (sic!).
Di primo acchito questo potrebbe sembrare assai anomalo, ma sappiate che è tutto normale, perché nel “manuale del giovane attentatore” infatti si consiglia caldamente di portare sempre con sé la patente di guida. Sempre.

Esattamente come il passaporto di uno dei talebani trovato magicamente sotto milioni di tonnellate di macerie delle Torri nel 2001. Anche in questo caso un vero e proprio colpo di fortuna.
La commedia però non finisce qua, perché la patente dimenticata sul sedile dell’auto, invece di essere sequestrata e secretata dagli inquirenti come prova centrale, viene fotografata e le immagini fanno il giro del mondo! Cosa questa alquanto ambigua, eppure nessuno si è posto la domanda su chi avesse avuto accesso alle foto per poi pubblicarle in rete. 
Siamo talmente obnubilati, cerebralmente parlando, che nessuno è in grado di pensare.

Inizia così la caccia all’uomo con quasi 90.000 uomini. 
Ma tale ricerca finisce presto, e come sempre accade in casi simili, gli attentatori vengono uccisi nello scontro a fuoco. Sempre lo stesso copione. In tutte le tragedie come queste, i “colpevoli” finiscono sempre con la morte, come se l’imperativo e l’ordine fosse quello di vendicare i colpevoli per le masse, eliminandoli, quindi cancellando anche tutte le prove e tutti i possibili testimoni.

Da ricordare in questo caso il film hollywoodiano della cattura di Osama Bin Laden: dopo l’arresto è stato ucciso e il corpo gettato a mare, cancellando ogni prova. Nessuna immagine, nessun video: una esecuzione rimasta nel silenzio. Cosa questa impossibile nell’era della comunicazione. Ovviamente era impossibile farlo vedere, perché Bin Laden è morto nel 2001!
La cosa ancor più incredibile è che tutto il commando militare di Navy Seals, oltre 17 militari dell’unità Team 6, che avrebbe partecipato a questa spudorata quanto ridicola messinscena, ha trovato la morte in un attentato. Quindi i possibili testimoni, cioè coloro che avrebbero potuto smaronare la vicenda, misteriosamente sono tutti morti assieme. Il mistero del karma di gruppo…

Quindi anche per Parigi non sapremo mai come sono andate realmente le cose e soprattutto non sapremo mai chi sono stati i veri mandanti. 
Se tutto ciò non bastasse, c’è anche un filmato…

Si chiama Amchai Stein ed è il vicedirettore della tv israeliana di stato Channel 1. Questo fortunato giornalista si trovava casualmente nel posto giusto al momento giusto: esattamente sotto di lui infatti gli attentatori uscivano dall’auto spianando i mitra e lui aveva, sempre casualmente, la telecamera in mano.

Non ci è dato sapere come faceva questo Stein ad essere lì in quel preciso istante e perché avesse la telecamera. Una fortuna sfacciata per un giornalista, visto che con i diritti del video avrà guadagnato moltissimi soldi.
Dicono che avrebbe ripreso tutto con il proprio telefonino, ma questa storia non regge: dalle immagini si vede chiaramente che viene registrato tutto da una posizione ottimale in maniera quasi cinematografica, e ad un certo punto la scena sembra addirittura tagliata e in dissolvenza…

Qualcuno forse ha eseguito un montaggio per motivi a noi sconosciuti? 
Molto probabilmente invece del cellulare il giornalista aveva con sé una telecamera con tanto di treppiede pronto a registrare quello che sarebbe successo. Quindi forse sapeva qualcosa che noi non sapevamo?

Infine sempre dalle immagini del video si vede un furgone parcheggiato esattamente nello stesso punto in cui l’auto del commando si è fermata. Si tratta di un furgone bianco con la scritta Rent Car, uno di quelli presi a noleggio. Dire che sembra il classico furgone da osservazioni, posizionato in maniera ad hoc nella scena del delitto, sembra un discorso da complottisti, quindi è meglio lasciare stare, ma il dubbio rimane.

Chi ha voluto la strage? C’entrano davvero le vignette su Maometto e l’Islam? 
Interessanti e alquanto inquietanti sono le dichiarazioni di Alan Dershowitz, un avvocato ebreo molto neocon e soprattutto un falco filoisraeliano, secondo le quali: “la Francia raccoglie quello che ha seminato” e il motivo sarebbe che l’Eliseo sarebbe troppo indulgente con il terrorismo, cioè sarebbe troppo buono con l’Islam. Detto così sembra che qualcuno abbia voluto punire i francesi perché non usano il pugno di ferro nei confronti dei musulmani…
Nonostante le dichiarazioni dell’avvocato, ricordiamo sempre il problema-reazione-soluzione.

Lo scopo degli attentati è accelerare la creazione di uno stato di tensione, di terrore, di conflitto con il mondo arabo (scontro di civiltà). Ma non solo, perché da una parte inoculare il virus della paura paralizza e blocca le coscienze e, dall’altra, lo stato di tensione permette di far passare leggi e decreti ad hoc, con la scusa del terrorismo, che andranno a limitare sempre più le libertà individuali. Leggi che altrimenti non sarebbero mai passate: vedi le Patriot Act del 2001.
Passaggi eccezionali verso l’instaurazione di un Ordine Internazionale…
La cosa incredibile è che saranno le stesse persone (mentalmente condizionate e indottrinate dagli eventi) a richiederlo…

Saranno le persone a pretendere maggiori limitazioni delle proprie libertà, più stretti controlli in tutti gli ambiti (telematici, elettronici, informatici, ecc.) e naturalmente tutto questo per la sicurezza pubblica. Nessuno avrà il coraggio di condannare la crescita esponenziale di telecamere che saranno installate ovunque: strade, piazze, locali e bagni pubblici compresi perché tutti vogliono la sicurezza. 
Saremo felici nel vedere l’esercito (come sta già avvenendo) che pattuglierà le nostre strade: i militari in mimetica infondono sicurezza.

Quindi tutti saremo più sicuri: cosa volete di più?
Ma di quale sicurezza stiamo parlando? Quella stessa sicurezza messa ko e annientata dagli stessi personaggi che poi si occuperanno di proteggerci dal terrorismo?
Lo vogliamo capire o no che ci stiamo appoggiando, chiedendo maggiore sicurezza, proprio ai fautori dello stato di tensione?
Forse è arrivato il momento di uscire dal letargo cerebrale nel quale ci hanno fatto piombare per ritornare ad usare il nostro cervello e il nostro senso critico.

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